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Trama
Colorado, 1885
Kit è un uomo senza più nulla da perdere. Corroso dalla rabbia e dal dolore, corteggia la morte affinché lo sollevi dalle sue pene. È così che una notte incontra un misterioso straniero, un Demone, che gli offre l’unica cosa che Kit desideri più della morte: la vendetta.
Josephine è rimasta sola al mondo. Il suo nuovo tutore, zio Mortimer, non è affatto un individuo rispettabile e tanto meno lo è il socio in affari a cui suo zio la dà in sposa. Durante il lungo viaggio attraverso il West per raggiungere il suo sposo, a Josephine non resta che cercare la fuga. Quando il suo treno viene assaltato dai banditi, chiede al loro capo, Kit, di essere rapita.
Ma a Kit non interessa del denaro che Josephine gli promette, l’unica cosa che vuole è la vendetta e la sposa del suo nemico è la pedina che gli mancava per portare a termine il contratto suggellato con il demone.
“Contratto Infernale” è un paranormal romance autoconclusivo.
ATTENZIONE: il romanzo contiene scene che possono urtare la sensibilità del lettore, si consiglia la lettura a un pubblico adulto e consapevole
CONTRATTO INFERNALE
Copyright 2021 Laura Fiamenghi
Editing e Correzione di bozza Roberta Ferraresso / Anna Russo
I PERSONAGGI
estratti

ESTRATTO #1 Ecco a voi Josephine
Nebraska, Giugno 1886
Josephine contemplava in muto silenzio il paesaggio spoglio ed eroso della prateria che scorreva oltre il finestrino. Le immagini sfrecciavano veloci fondendosi in un’unica macchia di forme e colori, mentre il treno la portava di miglio in miglio più vicina alla sua destinazione: verso il principio della fine.[…]
Una parte della sua mente rifiutava di accettare la situazione, ma era difficile dimenticarsene con Jack the Black, l’incaricato di recapitarla senza intoppi al suo sposo, seduto a mezzo metro da lei. […]
Di Everette Shilock, suo marito, Josephine sapeva poco, ma comunque abbastanza da non volerne approfondire la conoscenza… l’unico suo desiderio era una buona occasione per fuggire.

ESTRATTO #2 Kit & il primo incontro con il Demone
«Toglietevi il cappello, per favore. Ho vinto, se ben ricordate. E solo dopo avervi visto saprò dirvi se vale la pena di farvi la mia proposta.»
A Kit quelle parole non piacquero.
Che importanza aveva il suo aspetto? Più che per curiosità che obbligo, si tolse il cappello poggiandolo sul tavolo.
Lo Straniero lo fissò a lungo. Tutto. I capelli, gli occhi, la bocca e persino i denti. Kit si sentì come un capo di bestiame nel giorno di mercato.
«Eccellente,» fu il commento alla fine di quella minuziosa analisi. «Biondo come il grano, occhi grigi. Lineamenti regolari, neppure un dente guasto. Le donne vi devono rincorrere per strada per farvi dono della loro biancheria intima.»
Lo Straniero si interruppe, come se si fosse ricordato solo in quell’istante di una cosa importante. Abbassò lo sguardo dritto sul cavallo dei pantaloni di Kit.
«Lì sotto funziona tutto a dovere, suppongo. Le signore si sono mai lamentate delle vostre dimensioni?»
Kit serrò i denti, sentendosi insultato. «Lamentate sì, ma non per difetto.»

ESTRATTO #3 Rose
Quel giorno Rose era davvero bella, Josephine l’aveva convinta a smettere di infagottarsi in vestiti di due taglie più grandi. Indossava un abito – grigio – che sottolineava la sua vita sottile e il seno generoso, rendendo giustizia alla sua ossatura delicata […]
Sul viso dello Sceriffo si dipinse un sorriso raggiante. «Allora avrò occasione di vedervi più tardi. A dopo, signorine.»
Lui si alzò galantemente il cappello e proseguì per la sua strada. Rose, finalmente, tornò a respirare.
«Gli piaci,» commentò Josephine senza poter resistere.
Rose era in un subbuglio di vergogna e timore.
«Lo so,» ammise lugubre. «Sono mesi che quell’uomo mi perseguita.»
«Perseguita?»
«Non fa che cercare una scusa per avvicinarsi o parlarmi, una volta ha persino cercato di prendermi la mano.»
Josephine trattenne il suo sorriso. Era difficile intendere come una persecuzione l’idea di essere corteggiate da un rappresentante della legge così avvenente.
«E la cosa ti dà così fastidio?» chiese a Rose, sapendo di toccare un tasto dolente.
Rose tacque. Le sue guance pallide si colorirono di un bel rosa pesca.
«Non quanto dovrebbe,» le confessò arrossendo ancor di più. «Non è il primo qui che ha cercato di corteggiarmi. Ma lui… lo Sceriffo Nicolson,» si corresse riportandolo alla distanza della formalità, «è davvero una brava persona. Mi dispiacerebbe ferirlo.»
Ecco qual era il punto. Lo Sceriffo Nicolson le piaceva, ma Rose era una donna senza più sogni, troppo ferita per accarezzare l’idea di trovare un uomo che l’amasse. “Pensa di non meritarselo dopo ciò che le è accaduto, ma sbaglia.”
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